Perché le donne in gravidanza perdono i denti?
Durante il primo trimestre di gravidanza si presenta la gengivite gravidica, da cui solitamente si guarisce nel primo trimestre successivo al parto. La gengivite in gravidanza può comportare anche retrazione delle gengive e perdita di osso con aumento della mobilità dei denti. Questo può portare anche alla caduta di qualche dente con relativi problemi estetici e funzionali.
Aggiungiamo a questo che esistono condizioni di natura psicologica durante il periodo “interessante”, che spingono a mangiare fuori pasto, con la conseguenza di provocare o accentuare problemi alla salute dei denti.
Ma poiché come abbiamo detto in precedenza ogni problema ai denti in gravidanza è riconducibile alla placca e tartaro, se riusciamo ad attuare un protocollo di igiene a casa e dal dentista adeguato riusciremo a contenere tutti questi problemi.
Come curare denti in gravidanza
1 – Primo trimestre, caratterizzato da nausea e vomito che possono essere un ostacolo alle terapie. Gravidanza maggiormente a rischio in linea generale. Evitare farmaci e radiografie se possibile. Fare terapie d’urgenza e/o semplici, rimandare quelle complesse.
2 – Secondo trimestre, il feto è più sviluppato e si superano alcune condizioni critiche del primo trimestre. Il feto non è ingombrante. Eseguire trattamenti semplici per il controllo della carie (conservativa, endodonzia, estrazioni semplici).
3 – Terzo trimestre, il feto è molto ingombrante. Pesano l’aumentata richiesta funzionale e l’anemia su problemi respiratori e cardiovascolari. Procedere con terapie semplici, non impegnative anche perché bisogna procedere in posizione seduta.
Nel primo trimestre si dovrà effettuare un primo controllo odontoiatrico, evitare radiografie e seguire un’alimentazione ricca di vitamine A, B, C, PP, Ferro e sali minerali, per evitare che le gengive si indeboliscano.
Cosa si può fare dal dentista in gravidanza? Nel secondo trimestre si potrà procedere con una pulizia dei denti che andrà eseguita almeno ogni tre mesi e in caso necessario sottoporsi a terapie semplici per carie non troppo profonde. Questo passaggio è suggerito anche dalle linee guida dell’ANDI che suggeriscono alcuni punti problematici che meritano di essere presi in esame:
“Lo stress conseguente all’ansia e al dolore causato dall’intervento odontoiatrico può aumentare i tassi di prostaglandine e ossitocina. I vasocostrittori associati alla anestesia possono aumentare le contrazioni uterine e ridurre la perfusione placentare con un effetto farmacologico dose dipendente. dosaggi farmacologici.”
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Il rischio è ridotto nelle gravidanze non complicate e negli interventi odontoiatrici di routine. Come funziona con farmaci e anestesia? Possono essere somministrati solo con il doppio consenso del dentista e del ginecologo. In linea di massima, secondo l’ANDI, si consiglia di evitare farmaci e anestesie nel primo trimestre per limitarsi agli interventi più semplici.
Lo stesso si può dire delle radiografie in gravidanza. Nel terzo ed ultimo trimestre si possono eseguire terapie solo in caso sia strettamente necessario, rimandando le cure meno urgenti al termine del periodo di gravidanza.
Ricordiamo che nel terzo trimestre è necessario lavorare con la paziente in posizione seduta. Dopo il parto infine si potrà eseguire una nuova visita di controllo dal dentista con una seduta di pulizia dei denti professionale.