Principali terapie mediche per contrastare le tasche parodontali
Nel caso in cui la malattia non sia particolarmente avanzata o grave puoi ricorrere sia alle sedute di pulizia radicolare profonda, detta scaling e sia con l’aiuto del Laser e di antibiotico a lento rilascio che favorisce la guarigione dei tessuti circostanti.
Se invece la patologia è in stato avanzato, bisogna ricorrere ad interventi più invasivi: la chirurgia resettiva o la chirurgia rigenerativa.
La chirurgia resettiva rimodella l’osso che dà sostegno ai denti ed elimina tutte quelle irregolarità che possono favorire la formazione di placca in quegli spazi. Questo intervento rimuove definitivamente le tasche gengivali che causano la formazione e la proliferazione dei batteri.
La chirurgia rigenerativa prevede l’utilizzo di biomateriali e sostanze chimiche finalizzate a ricostruire o rigenerare il tessuto osseo compromesso. Fino a qualche anno fa i dentisti prelevavano una parte del tessuto del paziente da altri sedi corporee per la ricostruzione. Oggi esistono metodi più innovativi che prevedono l’utilizzo di membrane biocompatibili sostitutive efficienti e performanti.
Un’altra terapia ancor più moderna, si chiama laser al neodimio. Tale trattamento è indolore e non prevede alcuna anestesia; si basa sulla proiezione di un laser verso la gengiva, capace di eliminare i batteri tramite vaporizzazione. L’area malata della gengiva viene rimossa senza provocare alcun dolore né danni, favorendo la rigenerazione del tessuto osseo.
L’importanza della prevenzione in prossimità di una gravidanza
In previsione di una gravidanza è di fondamentale importanza sottoporsi a regolari controlli della placca batterica. Ogni problema delle gengive deve essere curato adeguatamente prima della gravidanza, cosicché la futura mamma possa assumere farmaci senza dover tener conto delle possibili conseguenze al feto.
Se la gravidanza è già in atto le tasche parodontali possono avere conseguenze anche piuttosto gravi come il parto prematuro, dovuto dalla produzione di tossine tossiche e della loro interazione con le prostaglandine e l’interleuchina prodotte dal corpo della madre.
Sintomi della parodontite. Qual è la differenza tra parodontite acuta e cronica?
Strettamente collegata alle tasche parodontali è la parodontite, cioè un’infiammazione del tessuto che ricopre la radice del dente. Questa condizione causa la progressiva perdita dei tessuti di sostegno col rischio di perdere i denti. L’infiammazione è causata dalla proliferazione dei batteri sui tessuti del dente. La parodontite può essere di due tipologie: cronica e acuta.
La parodontite cronica è un’infiammazione dell’apparato di sostegno dei denti nella zona dell’apice radicolare. Può dipendere da diversi fattori quali bruxismo, disinfettanti, farmaci, polpa infetta o necrotica. L’osso viene sostituito da tessuti molli infiammatori intorno all’apice radicolare. In questa condizione il dente risulta molto sensibile alla masticazione ed agli stimoli esterni.
La parodontite acuta è una reazione infiammatoria dei tessuti periapicali del dente in seguito ad uno stimolo irritativo presente nel sistema canalare dell’elemento. L’infiammazione dei tessuti deriva prevalentemente da una patologia infettiva presente nell’elemento dentario causata spesso da una carie profonda, o in casi più rari da lesioni traumatiche o lesioni non cariose del dente.