Otturazione in amalgama: caratteristiche e controversie
Per eseguire il restauro dei denti molari e premolari, l’amalgama dentale è stato certamente il materiale più utilizzato dai dentisti per oltre un secolo. Fino a pochissimi anni fa, in tutto il mondo venivano realizzati ogni anno circa 500 milioni di otturazioni in amalgama. L’amalgama dentale è costituito da argento, stagno, rame, palladio, indio e mercurio.
Proprio la presenza di quest’ultimo elemento, potenzialmente molto tossico per sistema immunitario, sistema nervoso, cuore e reni, ha scatenato negli ultimi anni un forte dibattito scientifico e anche mediatico, che si è tradotto in nuovi studi e di conseguenza nuove regole di utilizzo.
È stato infatti osservato che, quando si mastica o si consumano bevande calde con una certa frequenza, il mercurio contenuto nell’amalgama assume la forma di vapore e viene assorbito dall’organismo. Anche se gli eventuali sintomi di intossicazione in genere regrediscono nel tempo non appena cessa l’esposizione al mercurio, questo tipo di otturazioni ai denti non è più permesso su minori sotto i 15 anni e sulle donne in gravidanza o in allattamento ed è vietato in paesi come Finlandia, Norvegia e Svezia.
Anche dal punto di vista estetico, questo tipo di materiale non risulta soddisfacente: il suo tipico aspetto argentato assume in seguito un poco piacevole colore grigiastro, dovuto alla corrosione graduale e alla conseguente penetrazione di mercurio e stagno all’interno del dente.
Fra i vantaggi dell’otturazione in amalgama d’argento c’era sicuramente un buon livello di resistenza nel tempo, ma i “contro” sono attualmente più rilevanti dei “pro”. Oggi è quindi più che consigliata la sua rimozione, in favore di nuovi materiali più sicuri e con benefici maggiori. La si esegue con l’aiuto di un aspiratore periorale ad alta portata, che consente l’aspirazione sicura dell’amalgama dentale e del mercurio in esso contenuto. La rimozione si rende talvolta non solo utile ma anche assolutamente necessaria, come nel caso di un’otturazione in amalgama infiltrata: proprio come il dente stesso, anche l’otturazione può essere oggetto di un attacco batterico e si può quindi formare una carie proprio nello spazio fra dente e restauro.
Otturazione in composito: le nuove frontiere del settore
La necessità di sostituire le vecchie otturazioni ai denti ha reso ancora più urgente la scelta di utilizzare materiali biocompatibili, atossici e anche esteticamente più gradevoli. È questo il caso dell’otturazione in composito, che prevede l’uso di resine composite in ceramica.
Il colore è il medesimo dei tessuti dentari e può anche essere scelto all’interno della gamma disponibile in modo che si adatti al meglio alla propria dentatura: questo permette non solo di intervenire in modo sicuro, ma anche di creare un’otturazione estetica. Essendo flessibile, resistente, sicuro e cromaticamente soddisfacente, il composito è ormai il materiale d’elezione negli interventi di otturazione. Per far aderire il composito ai tessuti, è necessario che l’area risulti asciutta: l’otturazione viene quindi eseguita dopo aver applicato una diga dentaria, in modo da isolare il dente interessato dal resto della bocca e dalla sua umidità.
A chi affidarsi per una corretta otturazione dei denti
Dal momento che il processo cariogeno può essere causa indiretta di patologie anche gravi e legate a diverse parti dell’organismo, è necessario scegliere con attenzione la struttura a cui rivolgersi. Affrontare questo tipo di problematica si traduce in un’attenta analisi della situazione personale del paziente, così come delle caratteristiche specifiche della carie stessa: dalla sua condizione dipende infatti la scelta del giusto trattamento.
È quindi consigliabile selezionare strutture che si distinguono per la presenza di odontoiatri qualificati, tecnici esperti, tecnologie all’avanguardia e soprattutto un approccio a 360 gradi allo stato di benessere del paziente.