l bite, o morso, è un particolare dispositivo da inserire nel cavo orale per proteggere i denti dalle conseguenze del digrignamento notturno, ossia il bruxismo. Si usa anche per problemi di malocclusione, russamento, dislocazione della mandibola
Quando si parla di bite si pensa subito al bruxismo. Quest’ultimo consiste nell’abitudine notturna di digrignare i denti, che può determinare una lunga serie di disturbi. I principali sono: erosione dello smalto, predisposizione alla carie, sensibilità dentinale, usura dei denti fino alla frattura e a un aumento della mobilità dentale, o addirittura alla perdita di uno o più elementi, che richiederà successivi interventi di implantologia. Frequenti anche i disturbi temporo-mandibolari. Un ulteriore risvolto negativo del bruxismo è il rumore del digrignamento, che può arrivare a essere così accentuato da disturbare il riposo del partner. Il soggetto colpito non sempre è consapevole del problema. Qui da Gi.Vi.Dental, dentista a Monza e Seregno, è capitato più di una volta di effettuare la diagnosi a pazienti alquanto stupiti.
ll morso è il trattamento d’elezione per tale disturbo, ma in realtà il suo impiego ha anche altre indicazioni. Si può usare infatti in alcune forme di malocclusione, in alternativa a trattamenti ortodontici quali gli allineatori ortodontici invisibili, per il russamento, e come supporto ortopedico per il riposizionamento corretto della mandibola dislocata. È importante, se presenti tali problematiche, evitare il fai da te. La scelta del morso adatto non è semplice come sembra, e in certi casi, come le malocclusioni, può essere preferibile optare per un altro trattamento. Una scelta sbagliata non solo non risolverebbe il disturbo, ma potrebbe avere conseguenze negative sull’articolazione mandibolare.
Bite dentale: com’è fatto?
Il bite è un dispositivo intraorale in resina, modellato sulla forma dell’arcata dentale. La sua funzione si realizza posizionandolo sulla stessa, in modo da creare una sorta di cuscinetto ammortizzatore che risparmia i denti in caso di bruxismo, oppure l’articolazione qualora si sia in presenza di disturbi temporo-mandibolari. Essendo facilmente rimuovibile, il paziente può inserirlo nel cavo orale e toglierlo senza problemi. Il dettaglio è doppiamente importante perché la semplicità di utilizzo ne incentiva l’uso, risolvendo problemi che altrimenti sarebbero più facilmente trascurati fino a giungere a complicanze varie.
Tipologie di morsi
In commercio esistono più modelli di morsi. Alcuni sono pensati per l’automedicazione. Si tratta di dispositivi preformati e automodellanti. La loro relativa diffusione si deve all’indubbia economicità, se paragonati ai dispositivi preparati su misura nei laboratori odontoiatrici. Purtroppo, sono spesso causa di problemi importanti. Possono provocare o aggravare una malocclusione, causare dolori muscolari e disturbi temporo-mandibolari.Il motivo? Sono in materiale morbido, del tutto inadatto al bruxismo che richiede un materiale rigido.
I bite del dentista invece sono rigidi e costruiti su misura dopo aver preso l’impronta dentale del paziente.
Presentano un costo decisamente maggiore ma… funzionano. Non solo per il materiale, che comunque ne garantisce anche una durata ben più consistente. In realtà, i risultati che si ottengono usandoli dipendono pure dalla conformazione e dal posizionamento. C’è differenza, infatti, tra usare il morso sull’arcata inferiore o su quella superiore. Stabilire dove inserirlo è compito del dentista, che in caso di disturbi temporo-mandibolari, deve avere preferibilmente la specializzazione in gnatologia.